Cooking therapy

Cooking therapy …
ma le nostre nonne lo sapevano già!

Il benessere a portata di … fornelli

Staccare la spina, rilassarsi, ritrovare un equilibrio con gesti che sanno di ricordi, lontani quanto il nostro primo “spettacolo” ai fornelli da bambini. Gesti che richiamano una familiarità inconscia, gesti che sanno creare con poco, gesti che hanno il sapore dell’appartenenza per ciò che siamo stati e per ciò che abbiamo amato: cucinare trasporta con noi, ovunque andiamo, il sapore di “casa”.
La «cooking therapy» è allenare lo spirito in cucina attraverso una terapia basata sulla preparazione di ricette, diventata oggetto di studio nel trattamento di difficoltà neurologiche, depressioni, ansie e crisi di coppia ma … le nostre nonne, le nostre mamme lo sapevano già per istinto! Una sapienza innata che dispensava serenità.
Pensate a quante volte vi è stato detto, quando ci si annoiava: “Vieni a aiutarmi a pelare le patate. Vedrai che ti passa tutto!“, oppure “Piangi, piangi che mamma ha fatto gli gnocchi!”.
Fare cooking therapy per “spostare” lo stress e convertirlo in una attività positiva.
Ce ne siamo accorti anche durante il lockdown: molti, nel preparare da mangiare per la famiglia, gli amici o i vicini, hanno trovato un’ancora di salvezza. Quando cuciniamo portiamo il buono dentro casa, ci prendiamo cura di noi stessi e di chi ci sta vicino. Lavorare ai fornelli, insomma, è un potente strumento affettivo.
Cooking therapy, esercizio per la mente e… il cuore.
Una vera e propria palestra per la mente e per il cuore. La chiamano cooking therapy perché, a dimostrare che cucinare aiuta a mantenere attive le funzioni neuronali, sono state diverse recenti ricerche. Quando il cervello e la mente vengono stimolati correttamente, la risposta olfattiva, tattile, uditiva e visiva, diventa fonte di cura per noi stessi.
Ben tre italiani su cinque “considerano la cucina una delle attività più rilassanti da praticare durante le ferie”. A precedere questa attività, nella classifica in questione, è il contatto con la natura.

Non solo benessere quotidiano, ma anche riabilitazione in caso di “pazienti con deficit cognitivi, disabilità mentali o disturbi psichiatrici”, parole di Antonio Cerasa, neuroscienziato e ricercatore del Cnr.

I benefici della Cooking Therapy

Ma quali sono nel dettaglio i benefici che “cucinare” per sè o per gli altri può apportare a breve e a lungo termine? Vediamolo insieme: per prima cosa, migliora il coinvolgimento sia dal punto di vista sensoriale che da quello delle emotivo.

In secondo luogo, migliora la capacità di coordinamento, fornendo l’opportunità di ideare, di programmare, di progettare, concentrarsi, e di controllare l’avanzare del “piatto” step by step, motivo per cui è importante praticare la cooking therapy lasciando da parte l’uso del cellulare, possibilmente spento o almeno in silenzioso.
Dunque la cucina sarà ordinatissima, la dispensa attrezzata, gli utensili puliti, gli ingredienti pesati nelle ciotoline, piano da lavoro pronto. L’obiettivo è concentrarsi sull’atto di preparazione del cibo, sulla consapevolezza del presente.
Così, attraverso la manipolazione degli ingredienti, mentre si tagliano le verdure e il sugo sobbolle in pentola, «la mente si apre a una riflessività interiore più profonda, che può far emergere ricordi, momenti vissuti e punti luce: gli insights, i quali, una volta completato il piatto, possono tornare a illuminarci la vita».

Mettere le “mani in pasta” inoltre aumenta l’autostima, grazie ad una migliore percezione della propria consapevolezza, mentre nel caso di persone con disturbi alimentari contribuisce all’adozione di comportamenti corretti nel rapporto con il cibo.

Il mio tour enogatronomico, una immersione nel benessere culinario

Quando ho pensato a come sarebbero stati i miei tour enogastronomici avevo, sin da subito, una prima e rassicurante certezza: natura e cibo ( abbinato con vini eccellenti eh!) sarebbero stati un binomio perfetto. Niente di più vero. 

Paesaggi poco battuti, percorsi panoramici, turismo esperienziale che vi trasporterà verso degustazioni di vini, assaggi di prodotti tipici locali, gustosi pranzi o merende.

Vi troverete immersi dentro un’esperienza figlia di profumi, aromi, tradizioni e colori che vi ricorderanno la semplicità dell’essere felici. Pervasi di serenità identitaria, tra vigneti, scorci da cartolina, escursioni per tutti, vivrete una sorta di meditazione “divertente”.

Per tutte queste gustose ragioni ho creato un tour enogastronomico, perché la ricerca di una cura per lo spirito è nel viaggio che facciamo per raggiungerla, magari in sella ad una e-bike?! Non mi resta che dirvi… Buon appetito!

Partecipa al mio Tour collegato all’esperienza della Cooking Therapy: 
Bolgheri in e-bike e Scuola di cucina